Se non c'è povertà si costruisce...e si bombarda!
La logica e il percorso da seguire è molto chiaro. Impoverire stati o regioni affinché possano diventare appetibili, in un prossimo futuro, per investimenti economici ed immobiliari. per ricostruzione del territorio secondo logiche di massimo sfruttamento e per insediare ed attrarre investitori con grandi capitali disponibili. Con gruppi tecnici e studi compiacenti oltre che con la collaborazione delle amministrazioni locali e dei politici del territorio, sempre pronti a promuovere il "progresso" e "l'interesse del cittadino e della comunità". In casi estremi, se rientra nelle logiche di interessi internazionali, si programma una guerra o un conflitto interno, in modo da esaurire lentamente le risorse economiche del paese e costringerlo a vendersi agli alleati che prestano aiuto. Esempi simili ne abbiamo in quantità. Basta ricordarsi la storia recente. Oppure tenersi aggiornati seguendo le notizie politica internazionale. In alcuni casi appaiono anticipazioni sui futuri assetti dei territori interessati con viste 3d fotorealistiche di come è stato immaginato addirittura il paesaggio e la destinazione finale. Chi ci rimette sono, come sempre, coloro che, nella classificazione imposta da chi governa, occupa le classi sociali dalla media in giù ovvero coloro che sono a cavallo tra il rischio di povertà e il bisogno quotidiano. Impoverire equivale, nella logica capitalistica, a creare nuove frotte di schiavi ovvero ampie e numerose parti di popolazione pronte a impiegarsi a fronte di stipendi bassi e senza avvalersi dei diritti stabiliti dal welfare e da lotte sociali. Come demolire anni di lotte e conquiste semplicemente mettendo in competizione le classi sociali tra di loro. E nel frattempo assistere all' insediamento di personaggi che riescono ad appropriarsi delle risorse economiche che dovrebbero essere messe a disposizione della comunità. Se tutto ciò non dovesse bastare si mette in atto qualche conflitto, interno oppure verso confinanti, così da alimentare anche un traffico di armi e di migrazione.
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