Trasmettere degli ideali ai propri figli

«Il bisogno di ideali oggi si fa sempre più impellente: la fratellanza, la compassione, l'uguaglianza sono indispensabili per affrontare un mondo in cui ogni giorno assistiamo agli sbarchi disperati di persone in cerca da noi pane e libertà, un mondo in cui sono sempre più le persone come noi ad aver difficoltà ad andare avanti per via della crisi» sostiene Luigi Garlando, l'autore per ragazzi più venduto in Italia che per rispondere a questa urgenza ha scritto L'estate che conobbi il Che (Rizzoli), un godibilissimo romanzo che racconta la vicenda di Cesare, 12 anni, che grazie al nonno scopre la figura di Che Guevara e rimane affascinato dal suo modello di giustizia sociale. «Il Che insegna che si può essere duri senza perdere la tenerezza, innamorati e rivoluzionari» spiega l'autore «Certo, sono consapevole di aver scelto un personaggio controverso, criticato dai detrattori perché ha portato avanti una rivoluzione armata, ma preferisco correre il rischio di crescere dei piccoli guerriglieri che dei ragazzi che non conoscono l'imponente messaggio sociale di Guevara». E così, con la guida dello scrittore abbiamo stilato una lista di valori da comunicare ai nostri figli «perché i giovani oggi si ribellano è vero, ma spesso la loro protesta è sgonfia, fatta tanto per fare e manca di ideali, ma per essere davvero rivoluzionari si deve essere capaci di credere in un'utopia, altrimenti il mondo non lo cambi».

Il valore: la fratellanza: «Il Che sosteneva che si devono sentire sul proprio volto gli schiaffi presi dagli altri, ma non è sempre facile, soprattutto per i nostri ragazzi: il benessere crea come una pellicola sui loro occhi, che li fa abituare a vedere le ingiustizie sociali senza più indignarsi. Non a caso il mio libro è ambientato nella ricca Brianza, ora colpita dalla crisi».
Come trasmetterlo ai ragazzi: «I giovani, si sa, non amano sentirsi fare la morale; meglio evitarla e puntare invece su qualcosa che li appassiona come l'avventura: con la forza affabulatrice della parola raccontiamo il sentire il dolore altrui come un gesto eroico, portiamoli in un altro mondo, diverso dal loro. E, oltre a quella del Che, possiamo raccontare le vicende di personaggi che si sono impegnati per difendere i più deboli e far appassionare i nostri figli alla loro avventura umana, riempiendo le storie di dettagli e curiosità».

Il valore: la bellezza: «Non parlo dell'effimero, del superficiale, ma del bello come dono, come gesto di gentilezza nei confronti degli altri: offrire una cosa bella è un atto di amore nei confronti di chi abbiamo vicino. Non è un lusso, ma un modo di vivere»
Come trasmetterlo ai ragazzi: «Abituare i ragazzi al rispetto della bellezza, a prestarvi attenzione in ogni cosa che fanno, anche la più banale, perché la bellezza dà dignità e valore. Insegniamo a considerare la ricerca della bellezza un vero e proprio dovere morale».

Il valore: la cultura: «Un vero rivoluzionario non è quello che spara, ma quello che legge, e attraverso i libri conosce la vita e l'animo umano. Nella sua celebre lettera ai figli, il Che scrive: “Studiate molto per poter dominare la tecnica che permette di dominare la natura”. Insomma “più libri, più liberi” e non a caso lui viene ucciso in una scuola»
Come trasmetterlo ai ragazzi: «Facendo sentire la cultura come qualcosa di vicino a loro, e non di astratto e pesante. Non un elenco di nomi e fatti, ma un insieme di immagini figurate e metafore che fanno da gancio e servono da paragone con la realtà che vivono tutti i giorni e li tocca da vicino».

Il valore: l'ironia: «È la chiave fondamentale per affrontare la vita perché ce la restituisce in tutta la sua completezza e complessità, non solo buoni e cattivi, bene o male. Serve a smorzare la durezza della realtà, ci aiuta ad accettarla meglio anche quando è spiacevole. Non solo, permette di dire quello che si pensa, senza ferire».
Come trasmetterlo ai ragazzi: «Comunicando l'idea che in tutto si può trovare un lato divertente, invitandoli a cercarlo anche dove è difficile vederlo, persino in un pomeriggio carico di compiti da fare. Per esempio, nel libro ho introdotto il personaggio della suora infermiera burbera: da lei ci si aspetterebbe solo negatività e invece il suo modo molto ironico di minacciare nonno e nipote perché non si attengono alle regole dell'ospedale la sdrammatizza e le aggiunge una dimensione in più».

Il valore: la libertà: «Un uomo solo che combatte per la libertà vale per mille, diceva il Che. La sua ricerca è un motore potentissimo e permette di arrivare ovunque».
Come trasmetterlo ai ragazzi: «I nostri figli non hanno una terra da liberare e per questo a volte danno per scontato questo valore, che invece va coltivato sempre. Come? Facendo provare cosa significa non poter scegliere: basta anche solo un'ora al giorno in cui togliamo la possibilità di optare per questo o quel vestito, questo o quel colore, gioco, cibo. Chiediamo poi loro di riflettere su come cambiano le cose in questa restrizione: prenderanno atto del privilegio della libertà».

fonte Repubblica D

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