Bagnoli: autogoverno del popolo contro il sistema
Il sindaco di Napoli De Magistris ritorna sulla questione Bagnoli e propone a chiunque interessato di apportare il proprio contributo allo sviluppo dell'area, fino a sfidare le stanze dei bottoni con una autogestione popolare.
«Mani, manine e manone su Bagnoli»: il sindaco Luigi de Magistris torna a parlare della bonifica dell'area occidentale, dicendo - in un lungo post su Facebook - di «essere pronto come sempre a sporcarmi le mani» per contrastare le «manone». E lancia una proposta: «Costruiamo noi, in autogoverno, Bagnoli, con un grande movimento di popolo formato da tutti quelli che sono contro il Sistema. Ci sosterremo economicamente con un piano di mobilitazione popolare».
«Mettemmo - ricorda - anche un magistrato perbene per aiutarci ad affrontare la gravissima situazione con cui ci hanno consegnato l'ex area Italsider 4 anni fa. Delibera sulla spiaggia pubblica, recupero della linea di costa, rimozione colmata, piano bonifiche, rilancio di verde, economia e lavoro, archeologia industriale, un duro lavoro, tra mille ostacoli. Mentre si stava per svoltare ecco l'incendio di città della scienza, senza colpevoli, sequestri, fallimenti curiosi. 3 dicembre 2013: emetto ordinanza, senza precedenti, con cui ordino a chi ha inquinato di pagare e risarcire. Centinaia di milioni di euro. I responsabili? Lo Stato e gruppi privati assai influenti. Scricchiolano equilibri. Renzi firma protocollo per bonifiche e riqualificazione con Comune e Regione il 14 agosto 2014. In realtà, una Renziata. Pochi giorni dopo, violando l'accordo, Renzi non dà le risorse per cui si era impegnato, approva lo sblocca Italia e commissaria Bagnoli. Mette in atto, con violenza di Stato, l'esproprio di un quarto della città. Fa fuori il Comune, la città, mette dentro poteri forti, anche coloro che sono tra i responsabili del massacro delle terre di Bagnoli».
«È evidente l'operazione, vogliono mani libere, senza ostacoli di giustizia. Scatta la reazione della Napoli dalle mani pulite. È un anno che Renzi ci tiene bloccati. Nel frattempo noi siamo andati avanti: abbiamo approvato il piano di riqualificazione e rigenerazione urbana di Bagnoli in giunta e consiglio comunale, dialogato con i cittadini, partecipato ad assemblee popolari accese e belle. Siamo all'epilogo. Nelle prossime ore Renzi pensa di chiudere la partita con la nomina del commissario, espropriando Napoli e i napoletani, relegando il Comune a mero organo consultivo nell'ambito di quello che deciderà, nelle segrete stanze, sua maestà manona commissario».
Il sindaco insiste: «Noi non consentiremo a nessuno di mettere le mani sulla città. È la nostra storia. Le uniche mani su Bagnoli saranno quelle dei napoletani e di tutti gli abitanti del mondo con i quali realizzeremo la nuova Bagnoli. Ecco, proviamo a questo punto a farla noi: Comune, abitanti, studenti, operai, impiegati, disoccupati, contadini, precari, intellettuali, imprenditori, costruttori, persone di buona volontà. Facciamo una cosa che non si è mai fatta. Costruiamo noi, in autogoverno, Bagnoli, con un grande movimento di popolo formato da tutti quelli che sono contro il Sistema. Ci sosterremo economicamente con un piano di mobilitazione popolare. Senza manine, senza cricche, senza speculatori, senza mafie, senza corruzione».
De Magistris ammette: «È difficilissimo, sembra impossibile, ma proviamoci. Sfidiamo la Regione, potrebbe sostenerci anche economicamente. Bagnoli è Napoli in primo luogo, poi è Sud, è Mediterraneo, è Italia. Questa può essere una grande azione popolare autogestita dal basso contro la logica mafiosa dello sblocca Italia. Io sono pronto, come sempre, a sporcarmi le mani contro manine e manone».
altro su
http://www.ilmattino.it/NAPOLI/POLITICA/de_magistris_napoli_bagnoli_autogoverno_popolo/notizie/1495265.shtml
«Mani, manine e manone su Bagnoli»: il sindaco Luigi de Magistris torna a parlare della bonifica dell'area occidentale, dicendo - in un lungo post su Facebook - di «essere pronto come sempre a sporcarmi le mani» per contrastare le «manone». E lancia una proposta: «Costruiamo noi, in autogoverno, Bagnoli, con un grande movimento di popolo formato da tutti quelli che sono contro il Sistema. Ci sosterremo economicamente con un piano di mobilitazione popolare».
«Mettemmo - ricorda - anche un magistrato perbene per aiutarci ad affrontare la gravissima situazione con cui ci hanno consegnato l'ex area Italsider 4 anni fa. Delibera sulla spiaggia pubblica, recupero della linea di costa, rimozione colmata, piano bonifiche, rilancio di verde, economia e lavoro, archeologia industriale, un duro lavoro, tra mille ostacoli. Mentre si stava per svoltare ecco l'incendio di città della scienza, senza colpevoli, sequestri, fallimenti curiosi. 3 dicembre 2013: emetto ordinanza, senza precedenti, con cui ordino a chi ha inquinato di pagare e risarcire. Centinaia di milioni di euro. I responsabili? Lo Stato e gruppi privati assai influenti. Scricchiolano equilibri. Renzi firma protocollo per bonifiche e riqualificazione con Comune e Regione il 14 agosto 2014. In realtà, una Renziata. Pochi giorni dopo, violando l'accordo, Renzi non dà le risorse per cui si era impegnato, approva lo sblocca Italia e commissaria Bagnoli. Mette in atto, con violenza di Stato, l'esproprio di un quarto della città. Fa fuori il Comune, la città, mette dentro poteri forti, anche coloro che sono tra i responsabili del massacro delle terre di Bagnoli».
«È evidente l'operazione, vogliono mani libere, senza ostacoli di giustizia. Scatta la reazione della Napoli dalle mani pulite. È un anno che Renzi ci tiene bloccati. Nel frattempo noi siamo andati avanti: abbiamo approvato il piano di riqualificazione e rigenerazione urbana di Bagnoli in giunta e consiglio comunale, dialogato con i cittadini, partecipato ad assemblee popolari accese e belle. Siamo all'epilogo. Nelle prossime ore Renzi pensa di chiudere la partita con la nomina del commissario, espropriando Napoli e i napoletani, relegando il Comune a mero organo consultivo nell'ambito di quello che deciderà, nelle segrete stanze, sua maestà manona commissario».
Il sindaco insiste: «Noi non consentiremo a nessuno di mettere le mani sulla città. È la nostra storia. Le uniche mani su Bagnoli saranno quelle dei napoletani e di tutti gli abitanti del mondo con i quali realizzeremo la nuova Bagnoli. Ecco, proviamo a questo punto a farla noi: Comune, abitanti, studenti, operai, impiegati, disoccupati, contadini, precari, intellettuali, imprenditori, costruttori, persone di buona volontà. Facciamo una cosa che non si è mai fatta. Costruiamo noi, in autogoverno, Bagnoli, con un grande movimento di popolo formato da tutti quelli che sono contro il Sistema. Ci sosterremo economicamente con un piano di mobilitazione popolare. Senza manine, senza cricche, senza speculatori, senza mafie, senza corruzione».
De Magistris ammette: «È difficilissimo, sembra impossibile, ma proviamoci. Sfidiamo la Regione, potrebbe sostenerci anche economicamente. Bagnoli è Napoli in primo luogo, poi è Sud, è Mediterraneo, è Italia. Questa può essere una grande azione popolare autogestita dal basso contro la logica mafiosa dello sblocca Italia. Io sono pronto, come sempre, a sporcarmi le mani contro manine e manone».
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