Jerry Masslo 25 anni dopo
Jerry ha vissuto intensamente.
Non lo hanno mai fermato la povertà, le condizioni avverse, le leggi sull'apartheid.
Insieme al fratello scappa dal Bantustan per sfuggire alla dittatura che opprimeva il paese.
La sua fuga, piena di pericoli, lo porta in Italia. Qui si scontra con la burocrazia che gli nega il diritto di asilo politico e, quindi, della possibilità di ottenere un permesso di soggiorno.
Grazie all'intervento di Amnesty International, che ottiene l'interessamento dell'UNHCR, Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, riesce ad essere liberato dal carcere dell'aeroporto di Fiumicino e rimanere in Italia sebbene senza alcuno status giuridico definito.
Inizia ad imparare l'italiano e, in attesa di ottenere il visto per il Canada, dove risiedeva la sua famiglia, trova lavoro come stagionale per la raccolta del pomodoro in provincia di Caserta, a Villa Literno.
Le condizioni di vita sono prossime alla schiavitù: lavoro massacrante per l'intera giornata, sfruttamento e capolarato, pessime condizioni igieniche, paghe basse.
Il visto per il Canada tarda ad arrivare e Jerry ritorna, per la seconda estate, a Villa Literno per raccogliere pomodori. Le condizioni di vita continuano ad essere pessime ma, nel frattempo, è montata l'intolleranza e il razzismo contro gli immigrati di colore. Vengono addirittura stampati volantini che istigano alla formazione di bande armate per la "caccia" agli immigrati.
Jerry conosce queste forme di violenza, è da queste che sta scappando da una vita. Una volta ancora rifiuta di sottostare, di sottomettersi e diventa parte attiva degli immigrati che tentano di organizzare una protesta e di coinvolgere i sindacati sulla questione.
Purtroppo contro la stupidità, il razzismo e le armi si combatte solo con il sacrificio, sapendo che la propria vita può essere una contropartita congrua a fronte del rispetto dei diritti.
Per Jerry ci saranno i funerali di Stato ma la sua morte mette in moto un processo che coinvolge addirittura l'ONU e che porterà prima alla presa di coscienza sulle condizioni degli immigrati, sul caporalato, sulla camorra e sul razzismo strisciante in una certa cultura italiana.
Commenti
Posta un commento