Villa Malaparte, opera dell'architetto Adalberto Libera per lo scrittore Curzio Malaparte. Concepita come una enorme ara in perfetta simbiosi con la natura che la circonda , lo splendido scoglio che la ospita. La composizione architettonica si basa su pochi, semplici paradossi o contrasti formali: rifugge ma comprende, contiene in sé ma rinnega, prova a caricarsi di simbolismi attraverso le simmetrie geometriche, le proporzioni, l'assenza di elementi decorativi in facciata. Le finestre diventano un sistema di relazione con le visuali, con i panorami che inquadrano. Le finestre e le aperture in facciata non rappresentano più una semplice ripetizione ritmata ed uniforme ma aprono angoli visuali sulla natura circostante, sostituendosi a schermi che inquadrano prospettive uniche. Gli interni giocano anche essi sul contrasto tra semplicità e sfarzo, vita francescana e ostentazione del lusso (pietra, vetro, marmi, calce). La scalinata-teatro che caratterizza il profilo della vi...
La facoltà di Architettura ospita nel cortile di Palazzo Gravina, da giovedì 19 dicembre, la mostra fotografica dedicata alla smorfia napoletana. Giunta alla terza edizione, in completa autogestione e autofinanziata dal Collettivo TPA, interpreta i numeri della tombola attraverso immagini colte nel quotidiano della città di Napoli. Tema di quest'anno la riappropriazione intesa come recupero di spazi, oppure come tentativo di rivendicare un diritto negato, ma anche lasciare la porta aperta alla speranza.
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